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31 July 2015

Sandali bassi e pantaloni: intramontabile Capri – IL MESSAGGERO

di AF

Anche chi non si occupa di moda sa bene che le capitali del fashion system sono grandi metropoli di terraferma come Parigi, Milano, Londra e New York. Eppure tutti coloro che desiderano avere un guizzo di personalità sanno bene che la vacanza può essere il momento migliore per rinnovare il proprio look rubando con occhi e cuore le ispirazioni che un posto nuovo può donare. Capri è l’esempio perfetto di incubatore di tendenze come la racconta il libro “Caprimoda Protagonisti Imprese Eventi” di Riccardo Esposito, edito da La Conchiglia. «L’isola – racconta l’autore – ha uno stile tutto suo. Si tratta di un mix tra eccentricità, sobrietà ed eleganza che si respira ancora oggi. Soprattutto, però, con questo libro ho voluto ridare luce a un periodo che è stato rimosso, quello in cui questo luogo era la capitale della moda particolare, quella costruita filato per filato da boutique locali con artigiani dalle grandi conoscenze e in anticipo sullo spirito dei tempi.»

ANTESIGNANI


La culla, insomma, di una moda ad personam, dove c’era un confronto tra il creatore di abiti e il fruitore finale, da cui nasceva una sorta di haute couture che non disdegnava l’eleganza, ma amava molto lo stile casual e rilassato». L’isola viene letta e rappresentata (grazie all’enorme apporto fotografico d’archivio)  non solo e non tanto come un contenitore di boutique di grandi griffe, ma come un vero e proprio laboratorio di creatività che influenza immancabilmente gli stessi designer. «Non è un caso – continua Esposito – che Rocco Barocco affermi che questo sia un luogo di continua ispirazione. Gli basta sedersi in piazzetta per un po’ per avere tantissime idee». Gli anni Cinquanta hanno visto esplodere lo stile caprese e un altro stilista, Emilio Pucci, non solo aprì qui una boutique nel 1950 firmandosi Emilio di Capri, ma amava lasciarsi guidare dalla natura, tanto che qui nacquero molte delle sue tinte più celebri come il “blu Capri” e il “rosa Emilio”, ispirati rispettivamente al mare e alle bougainvillae. «Il marchese ebbe anche un’enorme intuizione – aggiunge l’autore di Caprimoda – perché capì che questo era l’avamposto ideale verso gli States, grazie al jet set americano. Nel 1954 ricevette un premio negli Usa, mentre in Italia non era ancora conosciutissimo».

BEACHWEAR


Tra il 1967 e il 1977, poi, l’isola divenne il fulcro delle tendenze beachwear grazie alla manifestazione MareModa, che vide tra i partecipanti Valentino, Gianfranco Ferrè e Walter Albini, ma anche designer locali come Livio De Simone, che creò un modo nuovo e segreto per fabbricare tessuti, e “la Parisienne” Maddalena Di Fiore, che vestì anche Jacqueline Kennedy. «Creò un look conosciutissimo -racconta Esposito – composto da sandali bassi in cuoio intrecciato, pantaloni al polpaccio e camicia annodata in vita. Quello noto, insomma, come stile Capri, che, però, è qualcosa di più. Si tratta di un
fermento vivo tuttora che coinvolge chi viene qui e che invita a spogliarsi delle proprie sovrastrutture e della moda tradizionale per rivestirsi di libertà confrontandosi col luogo. E affidandosi al proprio io più vero».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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