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27 August 2005

Eco: «Così ho smontato Dan Brown» – IL MATTINO

di Donatella Trotta

«Quando la gente non crede in Dio non è che non crede più a nulla: crede a tutto». Umberto Eco cita sornione la sua battuta preferita di G. K. Chesterton per commentare un noto tormentone editoriale, Il codice da Vinci di Dan Brown, che il grande semiologo e scrittore italiano, alchimista enciclopedico dell’umano sapere (o enciclopedista multimediale) ha di recente sbeffeggiato, con la consueta finezza esegetica, nel suo ultimo racconto parodistico per l’Almanacco del Bibliofilo. Titolo: Il codice Temesvar. Un gioco facile, per uno come Eco che non a caso è considerato l’Ermete Trismegisto del nuovo millennio: lo studioso ne parlerà questa sera a Capri (ore 19,30, nel teatro del Quisisana), in un incontro informale con i suoi lettori promosso, in collaborazione con l’Aldus Club, nell’ambito della rassegna «Capri: i luoghi della parola», curata dall’associazione culturale «La Conchiglia».
Eco è sull’isola in totale privacy, per trascorrere una settimana con il nipotino di cinque anni, figlio di suo figlio: «Altro che riposare, giocare con un bambino è una delle cose più faticose del mondo», ironizza lui precisando che dopo l’ultimo romanzo, La misteriosa fiamma della regina Loana (Bompiani), non sta lavorando a nessun nuovo libro: «Solo routine universitaria», dice. In compenso, non si sottrae a una chiacchierata in vista dell’appuntamento di stasera, ghiotto per tutti coloro i quali siano affetti dal morbo di Gutenberg, ovvero quel vizio impunito di leggere e furore d’aver libri che non si placa nemmeno in vacanza, sfociando in una piacevole, condivisa libridine. Complice, l’amico e sodale Mario Scognamiglio, napoletano di origine trapiantato a Milano, dove è animatore dell’Aldus Club cenacolo internazionale di bibliofili presieduto da Eco e la libreria editrice Il Rovello: che per l’occasione ha edito Il codice Temesvarin un prezioso libretto stampato su carta a mano a tiratura limitata (500 esemplari, dei quali 300 destinati a «La Conchiglia»).
Ma di che parla il racconto di Eco? Con un fortunato espediente narrativo, Eco prende le mosse da un suo personaggio di fantasia già presente in Apocalittici e integrati e nominato anche nell’introduzione a Il nome della rosa e ne Il pendolo di Foucault tale Milo Temesvar, albanese, e lo usa per una gustosa satira sulle infinite «Metastasi dell’Interpretazione» che possono annidarsi in un’opera come il «Cenacolo» di Leonardo (utilizzata, appunto, da Dan Brown per le sue fantasiose ipotesi sulle nozze tra Cristo e la Maddalena che avrebbero dato origine alla stirpe dei Merovingi). Eco dipana così da par suo il testo disseminandolo di trame occulte, rinvii alla storia e all’attualità, giochi cabalistici e anagrammi, indizi perturbanti e ipotesi ancor più ardite di Dan Brown: come il presunto complotto contro Cristo, che prefigura l’avvento dell’Anticristo, con un triplice tradimento ordito nientemeno che da Giovanni, raffigurato androgino perché gay come Leonardo da Vinci; Pietro, futura pietra angolare della Chiesa, ebreo di nascita e dunque simbolo profetico della Sinagoga che complotta con la lobby omosessuale; e da Giuda, mero deuteragonista il cui colorito bruno lascerebbe pensare a una pre raffigurazione di Maometto e del mondo arabo islamico in genere, almeno fino al 1492 in armonica convivenza con gli ebrei, prima della loro cacciata dalla Spagna.
Insomma, un bel campionario di credibili inattendibilità e bufale storiche, raccontate con sarcasmo. «Solo una iperinterpretazione folle del “Cenacolo” leonardesco, con la differenza che io ci scherzo su, mentre Brown si prende ed è stato preso sul serio», precisa Eco. Il quale utilizza, citandole, proprio le fonti che nel Codice da Vinci vengono date per autentiche: «Libracci che si trovano dappertutto, che anch’io ho rielaborato aggiunge Eco . Ma la cosa curiosa non è che Dan Brown abbia scritto un buon giallo come ce ne sono tanti in giro (basti solo pensare al filone dei Templari), ma è che la gente abbia creduto che le sue fandonie siano verità, e che la chiesa si sia preoccupata tanto da voler mettere all’Indice il libro. D’altronde, di che ci vogliamo meravigliare, se anche un potente della terra come Bush si rivolge alle cartomanti».

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