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6 September 2003

Capri riscopre i suoi antichi sentieri – CORRIERE del MEZZOGIORNO

di Mariella Vernazzaro

CAPRI «Percorsi archeologici dell’isola di Capri», se n’è parlato ieri sera, nella sala Donna Lucia Morgano, dell’Hotel Quisisana. La scrittrice Adelia Pelosi, alla presenza di Stefano De Caro, sovrintendente ai Beni Archeologici di Napoli, e di Carlo Knight, eletto a ruolo di moderatore della serata, ha illustrato la Capri dei sentieri, «Un’isola antica ha spiegato l’autrice che si lascia, tuttavia, ancora riscoprire, al di là delle evidenze eclatanti, infatti, è ancora possibile, per chi lo voglia, riconoscere i segni della vicenda insediativa antica provando, di volta in volta, a ricomporre i frammenti di documentazione in un corretto e. talvolta, inaspettato quadro d’insieme». E, la guida edita da «La Conchiglia»’ si pone come un manuale completo alla scoperta e riscoperta della storia dell’isola attraverso una ricca documentazione archeologica. I percorsi vengono divisi dall’autrice per zone, ma anche per epoche, in un virtuale viaggio nel passato, in una macchina del tempo. Di particolare interesse, la “passeggiata” che da via Longano, porta al Belvedere di Punta Cannone. «Lo stato attuale della ricerca spiega Pelosi consente di datare le costruzioni dell’itinerario tra il quinto ed il quarto secolo a.C. e di considerarle opera della comunità locale italica, inserita nella più vasta vicenda della colonizzazione greca del golfo, che vede il suo culmine nella fondazione della colonia di Neapolis nella prima metà del quinto secolo a.C.». Arfascinante, poi, e ricco di aneddoti, l’itinerario che dalla piazza porta ai due monti del territorio caprese, Monte Tiberio e Monte San Michele. Zone, queste, zeppe di sentieri di grande importanza storica invasi, però, spesso, dalla mano dell’uomo. Analizzando a fondo tali percorsi, infatti, si scopre anche che, in alcuni casi, sono stati addirittura sbarrati ed interrotti da cancelli e costruzioni private. Il vicesindaco del comune di Capri, Ciro Lembo, proprio ieri ha dato il via al recupero di un’antica stradina che collegava, nel passato, via Lo Capo “l’ultima” strada sotto il monte Tiberio con via Caterola, la strada che, invece, apre verso l’antico borgo denominato «la Pietra».

Knight: i nostri tesori storici finiti dietro i cancelli dei privati

di Marco Milano

CAPRI «Da questa guida si evince che molti ruderi capresi sono inaccessibili perché si trovano all’interno di proprietà private». Questa l’amara constatazione di Carlo Knight «convocato» per la presentazione dei «Percorsi archelogici dell’isola di Capri» di Adelia Pelosi per le Edizioni La Conchiglia. Davanti ad un folto parterre intervenuto per la prima’ del nuovo lavoro della casa editrice di Riccardo Esposito e Ausilia Veneruso, lo scrittore esperto delle “cose capresi” ha colto l’occasione per porre l’accento sulla “perdita” di alcuni sentieri importanti per la storia dell’isola. «E’ inspiegabile ha detto Carlo Knight come si possano interrompere sentieri come quello che girava intorno al Monte San Michele sbarrando la splendida vista di Marina Grande con un cancello. Sono fatti che possono succedere solo a Capri. Come si legge nella guida della Pelosi continua Knight quel sentiero era segnato sino a venti anni fa su tutte le cartine dell’isola di Capri, mi chiedo allora come sia possibile che adesso sia sparito e soprattutto chi possa aver dato il permesso per mettere in quella strada un cancello». E poi per Carlo Knight la serata di ieri è stata motivo anche per “rivisitare” quanto scritto su Amedeo Maiuri e la villa imperiale di Tiberio, Villa Jovis. «Credo che vada sfatatala leggenda dei grandi lavori effettuati da Amedeo Maiuri a Capri ha detto lo scrittore a Villa Jovys Maiuri ha fatto solo una radicale opera di pulizia, una rimozione delle strutture crollate e un parziale restauro certo è molto ma non è quello che noi speravamo e perché è successo questo? Perché Maiuri spiega Knight non ha avuto il tempo di scavare visto che nel 1937 si doveva celebrare il bimillenario della nascita di Augusto il glorioso fondatore dell’impero al quale Mussolini si ispirava. Da qui si evince che il lavoro dell’archeologo si è svolto dentro la cornice politica dei tempi affrettati dalla propaganda fascista. Capri che fino a quel momento era stata l’isola di Tiberio imperatore tenebroso, depravato e lussurioso ha detto ancora Carlo Knight doveva diventare l’isola di Cesare Augusto e questo spiega perché Maiuri si arrampicò sugli specchi.
Una tesi che conferma come mal si voleva per forza dimostrare che Palazzo a Mare era stata la residenza caprese preferita da Augusto, perché i Giardini di Krupp furono ribattezzati di Augusto e perché a Capri non esiste una statua di Tiberio. Fra l’altro conclude Knight nella lapide che nel 193711 Principe di Piemonte scopre a Villa Jovys compare solo il nome di Augusto come se Tiberio fosse stato sfrattato».

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