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26 November 2022

Mona Bismarck, ritratto di signora – ROBINSON – LA REPUBBLICA

di Stella Cervasio

Protagonista del jet-set tra New York e Capri, musa di Beaton e amica di Capote, visse una vita da romanzo ricostruita da Bruno Pisaturo.

Morì nel 1983 a 86anni, alla fine di un’epoca che aveva visto Capri e lei al centro della vita mon-dana internazionale. Mona Bismarck – raccontata da Bruno Pisaturo nella biografia I giardini del fascino (La Conchiglia) – era stata una bambina dal sorriso radioso, di una bellezza da bambola –occhioni azzurri e riccioli d’oro – ma sempre pronta a guardare nell’obiettivo. Sembrava uscita da una favola, Edmona Strader, nata e cresciuta nell’ambiente degli allevatori di cavalli da corsa nella provincia americana del Kentucky, che nel giro di pochi anni cambiò tre mariti prima di impalmarne un quarto e poi un quinto. Al primo della serie lasciò in consegna il figlio andando via quando aveva solo 2anni. Il destino si ripeteva: la stessa cosa era capitata a Edmona – la bambola trasognata che sarebbe stata chiamata sempre con il diminutivo Mona – e al suo fratellino, quando i genitori si lasciarono lei aveva cinque anni e Robert cinque.

La consorte dell’uomo più ricco d’America, Harrison Williams, un finanziere che aveva avuto come “padrino” nientemeno che Charles Coffin, che aveva fondato e presieduto per primo la General Electrics, oggi multinazionale che ha sede nel grattacielo decò al 570 di Lexington Avenue nell’Upper East Side, a fine Ottocento produceva tostapane e potenti turbine. A Harrison il consi-glio del magnate portò bene e la capricciosa Mona poté sbizzarrirsi nella gara con le altre miliarda-rie che sfoggiavano magioni alla moda sulla Quinta Strada e nei dintorni di New York: il suo salotto bianco e l’intera casa furono progettati da una coppia di architetti di grido cresciuti alla École des Beaux-Arts di Parigi, quella che aveva formato i progettisti della stazione Grand Central Terminal. Bella vita e apparizioni nell’alta società con grande sfoggio di diamanti e perle e di novitànel mondo del design e della moda, fino al crollo del “martedì nero”, il 29 ottobre 1929. Erano sposati da tre anni e la loro vita continuò a far bella mostra di sé sulle pagine patinate di Harper’s Bazaar e Vogue, dove Mona, sacerdotessa della moda, dettava leggi come og gi lo avrebbe fatto una influencer. Da fidanzati i due erano andati in crociera in Italia e qui era nato l’interesse di Mona Williams per Capri, dove lo yacht della coppia, il “Warrior” aveva fatto tappa. Un mito per fotografi e arredatori, Mona aveva un portamento regale, gli occhi di acquamarina, un fisico da mannequin, gli zigomi naturali per i quali le donne di oggi implorano i chirurghi plastici. Incantava tutti. Nel 1936, e cioè dieci anni dopo il suo viaggio a Capri, l’uomo che le aveva fatto da guida, Costanzo, scrisse a Mona quello che le aveva promesso: farle sapere quando sarebbe stata in vendita il For-tino, una proprietà ottocentesca nata sulle rovine di Plazzo a Mare dell’imperatore Augusto. Bi-zet, che ci aveva vissuto, si era ispirato al rumore del mare per comporre Carmen.

Nel ’37 Mona Williams inaugurò la sua principesca dimora caprese, realizzata dal conte Eddie von Bismarck, spiantato nipote del “Cancelliere di ferro” Otto. Nell’entourage della signora dei salotti, il fotografo di cui fu la musa, Cecil Beaton, gli scrittori Truman Capote, Tennessee Williams e Gore Vidal. A un anno dalla morte del marito banchiere,Mona, che non riusciva a star vicino a uno qualsiasi, sposò Bismarck, di sei anni più giovane di lei e quando lui scomparve, nel 1970, si sposò una quinta volta, con il medico che aveva trovato per il marito numero quattro e al quale fece attribuire da re Umberto di Savoia il titolo di conte. C’erano cose che “la piccola Mona”, partita dalla provincia del sudest degli Stati Uniti, proprio non poteva sopportare. Come le scoperte che fece quando, nel ’79, il neoconte Umberto de Martini volò nel fiume Volturno dopo aver perso il controllo dell’auto. L’aveva sposata per mero interesse e pure tradita.

Oggi il suo nome risuona ancora soltanto a Capri, dove il suo Fortino è diventato un resort di lusso: pur sempre per vip, ma diversi da quelli che frequentavano il salotto bianco e i giardini fioriti di Mona.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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