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1 Dicembre 2018

Muti: «Callas e Tebaldi? Le amo, scelgo tra Coppi e Bartali, non tra loro» – CORRIERE DEL MEZZOGIORNO

Ieri il maestro alla presentazione del libro di Francesco Canessa dedicato alle divine

di Dario Ascoli

«Il mio ricordo di Tebaldi è intenso e risale agli anni in cui ero direttore alla Scala: spesso sedeva in sala durante le prove, sempre con discrezione». Così Riccardo Muti che, in una parentesi tra i suoi impegni sul podio del San Carlo, è intervenuto alla Biblioteca Nazionale per la presentazione del libro di Francesco Canessa C’eravamo tanto odiate dedicato a Renata Tebaldi e Maria Callas, con letture di Leona Pelskova e di Riccardo Canessa. «Della Callas ho solo un ricordo telefonico: Maria rivelò un tono scherzoso insospettato anche se concluse la nostra conversazione con un rifiuto a Lady Macbeth, usando una frase di Traviata: “È tardi”».

Doppia la sua dichiarazione d’amore: «Callas e Tebaldi sono due mondi. Mi sono espresso su Coppi e Bartali, persino su De Gasperi e Togliatti, ma due divine come loro, artisticamente, vanno amate entrambe». Dopo la tragedia della seconda guerra mondiale e i due blocchi della Guerra Fredda si profilava un altro bipolarismo, una sfida a suon di cabalette che vedeva l’una contro l’altra, Callas e Tebaldi. Di questo e di molto altro narra la recente fatica letteraria di Canessa (La Conchiglia). «Si fa un continuo parlare dell’importanza della Musica nell’Italia delle Arti — conclude l’autore — ma non si narra abbastanza il ruolo dell’ opera lirica, con San Carlo e Scala, e del bel canto nel recupero dell’immagine nazionale dopo la guerra».

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