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10 Agosto 2005

La Liberazione alla caprese – LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO

di Matteo Pizzigallo

Il maggiore scozzese Malcoro Munthe, agente speciale del servizio segreto britannico, è stato uno dei primi ufficiali alleati a mettere piede a Capri all’indomani dell’8 settembre 1943. Ha preso alloggio all’Albergo La Palma vicino alla famosissima piazzetta. La notte del 12 settembre col suo classico gonnellino è sceso a Marina Grande per assistere alle operazioni di scarico dalle navi di attrezzature e, soprattutto, provviste per lieula praticamente a secco: gli ultimi meet di guerra prima dell’arrivo degli Alleati sono stati particolarmente duri per tutti.
All’improvviso il maggiore Munthe si sente chiamare da un cacciatorpediniere americano: «Ehi tu, scozzese, sbarco trentadue confinati politici italiani liberali; prenditi cura di loro». Munthe si volta a guardare: lo ha chiamato un bell’uomo atletico, spettinato. Indossa una camicia sporca e stropicciata; infilati nella cintura: pistola, pugnale e bomba a mano. Sembra un personaggio uscito da un teatro di posa. Infatti si tratta dell’attore Douglas Fairbanks jr. Male scena è reale s tutti i personaggi sono veri. Douglas Fairbanks jr., dopo aver studiato all’accademia militare si era arruolato, servendo con onore e meritandosi una croce di guerra.
Quella notte, infatti, Fairbanks (che qualche anno dopo avrebbe interpretato il ruolo di protagonista nel film Sinbad il marinaio) aveva appena portato a termine la missions di sbarcare a Capri trentadue politici antifascisti confinati a Ponza e Ventotene s liberati dagli Alleati.
Questo frammento di ordinaria storia di guerra e molts altre storie ancor più significative sono scoperte s ricostruite nel bel libro di Roberto Ciuni Stelle sairiace sui faraglioni. Gli americani o Copri 19431945, appena uscito per i tipi della Conchiglia, la raffinata casa editrice caprese-romana.
Giornalista di razza, Roberto Ciuni, ad una scrittura piacevole ed essenziale, associa una spiccata attitudine alla rigorosa ricerca archivistica. Una meticolosa indagine diretta sulle fonti inedite (italiane 5 militari), attentamente incrociate con memorie, testimonianze s giornali d’epoca, consente all’autore di raccontare, attraverso Capri s nell’ottica della microstoria sociale dell’isola, una delle pagine più dolorose della storia italiana nei mesi cruciali del 1943 quando, in un groviglio di alleanze vecchie s nuove, il nostro paese era stretto fra gli Americani «liberatori» che tardavano ad arrivare ma continuavano a bombardare ed t tedeschi «occupanti» decisi a non andare via.
Base operativa per missioni di sabotaggio di agenti segreti inglesi ed americani prima degli sbarchi alleati, Capri, all’indomani della liberazione di Napoli, fu trasformata in «rest camps per i piloti americani che facevano la fila per trascorrere nella bellissima isola la tanto sospirata licenza premio di una settimana, per ritemprarsi stentare di dimenticare, almeno per qualche giorno, gli orrori della guerra. E così, dopo i tumultuosi avvenimenti dell’estate ’43, già verso la fins dell’anno Capri intorno al suo «resi camps riprendeva a vivere as non proprio in maniera normale, almeno accettabile.
I veri protagonisti del bel librodi Roberto Ciuni non sono tanto gli illustri personaggi di passaggio a Capri in quegli anni (dal generals Ike Eisenhower at grande fotografo Robert Capa al mitico Frank Sinatra) quanto, piuttosto, i giovani piloti americani che sgranavano gli occhi di fronts alla straordinaria bellezza dell’isola e la gente di Capri che (come del resto la maggior parte degli italiani) messa in ginocchio dalla guerra, cercava in tutti i modi di rimettersi in piedi. A Capri ai cominciava di nuovo a sperare in on futuro migliore.

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