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28 Luglio 2014

Dolce Vita a Capri tra amori, intellettuali e bizzarrie dei vip – IL MESSAGGERO

di Marco Berchi

Indici, bibliografie e ammennicoli vari di solito nei libri si mettono alla fine. Vedi mai che il lettore si spaventi e chiuda il volume prima di iniziarlo. La cosa vale soprattutto per i libri che si immaginano “leggeri” e nel caso nostro, a prescindere dal peso fisico che 400 pagine portano con sé, il titolo appare quanto di più leggero ci possa essere:Capri 1950 – Vita dolce vita. Personaggi, scandali e imprese sull’isola negli anni Cinquanta. Pagine inutili, insomma, quelle accessorie. Errore. Errore grave. Nel libro di Marcella Leone De Andreis, le 20 (venti) facciate di bibliografìa, elenco delle fonti, indice dei nomi eccetera che si sommano a qualche altra decina occupate dalle corposissime note a pie’ di pagina dicono tutto del contenuto e dell’autrice. Che è una giornalista che non solo ama e conosce l’oggetto del suo lavoro — Capri, appunto — ma che usa sino in fondo i sempre più negletti ferri del mestiere — la consultazione degli archivi (e delle

soffitte), le domande giuste ai protagonisti, l’incrocio delle testimonianze — per poi (solo poi) distillare il ricavato dell’indagine nella scrittura godibile, che si destreggia bene tra l’ironia sempre lieve e la serietà mai seriosa. Il contrario esatto del gossip, insomma. La cosa non verrebbe spontanea, dato l’argomento e i personaggi. La Capri prima e durante l’esplodere della Dolce Vita completa una trilogia che l’autrice aveva aperto con il periodo fascista e quello bellico ed è uno dei pochi, forse l’unico luogo al mondo in cui, come mostra la copertina, si può andare a passeggio con un

ghepardo al guinzaglio senza essere arrestati e, anzi, con la certezza di essere imitati. Dice bene Raffaele La Capria nella sua prefazione: in questo libro si trova tutto, proprio tutto — uomini, donne, eventi, pettegolezzi, libri, amori — quel che è passato per Capri. E ce n’è davvero per tutti i gusti, con il risultato di rendere la lettura piacevole non solo ai capresi di nascita e d’adozione — che il libro lo divoreranno — ma anche a chi l’isola delle Sirene la conosce solo di fama e non immaginava che in quegli anni potesse capitare che «Togliatti se ne stesse seduto in un bar della Piazzetta mentre poco lontano la figlia del duce (Edda ndr.) sorseggiava il suo caffè e di fronte stava godendosi il fresco Pietro Badoglio».

BIOGRAFIE

Più che l’elenco dei nomi dei personaggi (da Farouk a Greene, da Lucky Luciano alla Callas, da Malaparte a Neruda) che, sempre pennellati a tutto tondo con ampi excursus biografici, si affacciano con splendori e bassezze sulle pagine della Leone, val la pena buttar li qualche frammento. Da quelli microscopici — il locale notturno Number Two che nei verbali della Polizia è sempre chiamato Umbertù — a quelli più ampi come la battaglia degli slip, le bizzarrie dei vip che vanno in giro con corvi e gufi sulla spalla o che si aggirano con il volto bistrato e si dice dormano in una bara, sino ai veri e propri affreschi come i ritratti di Norman Douglas, le spassose e accuratissime descrizioni dell’attivismo del principe “Pupetto” di Sirignano, capo dell’Azienda del Turismo, della visita di Churchill, dei gay pride ante litteram, dei circoli più o meno decadenti, delle bevute e delle droghe ma anche delle storie luminose come quella di Monika Mann e del suo Toni.

Un libro, insomma, da cui si esce come si torna da un’isola: con la sensazione di aver visto un pezzo di mondo più effimero di altri ma probabilmente più vero.

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