Un mare colorato di libri

Le Edizioni La Conchiglia sono nate nel 1989: trent’anni di incontri e di confronti, di idee e di realizzazioni, di difficoltà e soluzioni. Trent’anni sono passati con tanti libri pubblicati. Invero già prima del 1989 comparivano, sotto il marchio della casa editrice, due titoli: Scrittori stranieri a Capri di Ettore Settanni del 1986, e Viaggio di un francese spia e libertino nella Capri del Seicento di J. J. Bouchard del 1987. Fu solo in quell’anno iniziale della nostra attività che si verificò, però, una serie di contingenze e incontri che diede il via alla nascita e all’attività continuativa ed “ufficiale” delle Edizioni La Conchiglia.

Il primo elemento fondante della Casa Editrice fu quello di un’idea comune sul concetto di “fare politica”. Eravamo infatti convinti allora, e ancor più oggi, che la politica si realizzi quotidianamente, non solo nelle azioni e nei gesti collegati al mondo dei partiti e delle istituzioni rappresentative, ma anche in qualsiasi attività umana e imprenditoriale dove si esprime una precisa idea sul passato, sul presente e sul futuro della società in cui si vive. Questa idea non può e non deve essere solo personale ma deve scaturire da una sorta di “intellettuale collettivo”, che può materializzarsi, nel nostro caso, non solo attorno ad un grande editore ma anche in una casa editrice di “nicchia” quando più persone, spesso lontane tra loro per cultura, epoca o geografia, contribuiscono, anche senza volerlo, a formare, appunto, una sorta di laboratorio capace di produrre un progetto comune.

Insieme a questi fondamentali concetti di base vogliamo ricordare due episodi  che  ci  hanno  guidato fin dall’inizio della nostra attività, e che hanno concretizzato ideali astratti in una inaspettata  e  sorprendete  epifania.  Il  primo  avvenne  durante una  piccola  rappresentazione  teatrale  organizzata  dalle  brave insegnanti della scuola elementare di Capri, tra cui la maestra Pina Bratto, che traeva spunto da un libro, I nomi di Capri, da noi pubblicato nel 1992 e scritto da un altro maestro “storico” di Capri, Salvatore Borà, in cui si spiegavano l’origine dei nomi delle strade e delle principali località dell’Isola. Nell’adattamento teatrale dell’opera quello che ci colpì fin da subito fu che i bambini, dando voce, cuore e movimento a un libro stampato da noi, facevano da eco a una serie di conoscenze mutuate dai contenuti del libro e se ne appropriavano, trasformandole in “senso comune” e patrimonio condiviso di una collettività.

Il secondo ci capitò all’improvviso, quando fummo invitati dalla Scuola dei Librai di Orvieto per raccontare la nostra storia di imprenditori nel settore librario e di piccoli editori. Avevamo preparato un discorso forse troppo ufficiale e didascalico, così quando ci trovammo di fronte a ragazzi e ragazze entusiasti per un lavoro affascinante, ma difficile e duro, entrambi ritenemmo opportuno essere più spontanei e parlare semplicemente e direttamente della nostra storia: due persone che prima di tutto si erano innamorate l’uno dell’altra, che prima ancora avevano deciso di fare politica attiva e quotidiana e poi di “fare impresa”, sempre insieme. Gli aspiranti librai capirono dal nostro racconto che quelle del libraio e dell’editore non erano, e non sono, mestieri codificabili né possono essere spiegati attraverso formule risolutive e universali: ogni libreria e ogni casa editrice sono piccoli (o grandi) presidi, volani di civiltà e laboratori culturali in continua attività, luoghi di incontri, di aggregazione e organizzazione culturale e sociale.

Già dieci anni or sono, per celebrare i venti anni delle edizioni, durante un incontro organizzato per l’occasione a Palazzo Reale dal presidente del Premio Napoli, Silvio Perrella, ricordavamo i tanti autori che abbiamo conosciuto e che ci hanno aiutati in questa bellissima attività e che non sono più con noi: prima tra tutti Benito Iezzi con cui proprio nel 1989 fondavamo l’Almanacco caprese, e poi tante altre persone straordinarie che hanno contribuito alla crescita delle nostre edizioni. Tutti, però, ne siamo convinti, continuano a vivere nei libri da loro scritti e da noi pubblicati, e le loro idee, le loro ricerche, il loro amore alimentano, come humus fertilissimo, quest’Isola detentrice di un’anima viva e pulsante. Grazie a loro e alla amicizia che ci hanno regalato.

A trent’anni dalla nascita de La Conchiglia siamo felici di poter dire che la stessa idea di un’editoria militante, strumento per  manifestare  e  concretizzare  una  precisa  idea  politica  della società in cui si vive, continua con l’impegno e la passione di Vincenzo che da sempre ha fatto parte di questa avventura editoriale e imprenditoriale.

Oggi dopo trent’anni siamo sempre più coscienti che, tanto per citare un libro, le forze del “regno del nulla” sono ampiamente soverchianti, ma siamo altrettanto coscienti che l’unico modo per  opporsi  all’omologazione  e  alla  trasformazione  dell’Isola, della nostra terra, in un triste e grigio parco del divertimento assicurato e forzato, risieda nelle parole e nelle idee, specie quelle stampate e lasciate ai lettori, di oggi e di domani. E siamo convinti che la nostra piccola isola sia, oggi più che mai, paradigma di una realtà più generale. Cosicché possiamo essere ancora più contenti e soddisfatti quando osserviamo la varietà dei colori delle copertine dei nostri libri, segno e testimonianza di tante “menti colorate” che hanno contribuito a creare questo piccolo mare di libri.

Il nostro sogno resta quello di continuare a nuotare insieme in questo magnifico mare.

Riccardo e Ausilia