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22 Gennaio 2024

L’isola degli Uranisti

Capri “la cosmopolita” è rappresentata tra Ottocento e Novecento da una folta schiera di poeti, scrittori e artisti, più o meno celebri, ma anche di semplici “deragliati” che con la loro opera, la loro vita, le loro dimore, contribuiscono ancora adesso a identificare il Genius loci di un’isola spazio non reale ma metafisico, dove convivono, in perfetta osmosi, l’elemento maschile con quello femminile. L’isola, e quest’isola in particolare, così si rivela come un Ibrido, un Emrafrodito.

L’attrazione esercitata si è coperta, o si è giustificata nel tempo, con la fama di Capri quale sede delle nefandezze e trasgressioni tiberiane e di una presunta sopravvivenza, tra la popolazione locale, di costumi sessuali “greci”, ma anche e soprattutto con la convinzione che l’Isola offrisse protezione, accoglienza e libertà per chi in patria aveva avuto problemi da comportamenti sessuali scandalosi o illeciti.

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