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In cammino per Capri…

Percorsi e passeggiate isolane

Andar per l'Isola tra passato e presente

Il sentiero, sia esso tratturo, trazzero, mulattiera o semplicemente tracciato, più o meno labile, creato da cacciatori, pastori, agricoltori o semplicemente per raggiungere un luogo, rimanda inevitabilmente al cammino e al muoversi nella natura: una volta questo esercizio era connesso quasi sempre ad una attività, a precise esigenze collettive o ad una condizione esistenziale; oggi è legato, per lo più, ad una scelta individuale e ad una necessità interiore.

Se osserviamo con attenzione alcune cartine della Capri dell’Ottocento e la prima cartografia novecentesca ci accorgiamo che molti sentieri permettevano un organico collegamento tra l’interno dell’Isola e le coste attraverso caloni e rii: alcuni di questi sentieri sono sopravvissuti mentre molti altri sono scomparsi… una serie di volumi pubblicati in questi anni ci accompagnano nei percorsi ancora oggi fortunatamente percorribili, ci raccontano quelli che non possiamo più attraversare… altri ancora provano a identificarne altri che sono “visibili” solo nelle rappresentazioni pittoriche o addirittura nelle descrizioni di viaggiatori di epoche lontane.

SU QUESTO TEMA:

ALLA RICERCA DELL’ISOLA PERDUTA

Territorio, percorsi e visioni della Capri del '700

Scheda del libro

SULLE ORME DEL DIO FUGGENTE

Guida ai sentieri e ai percorsi storico-naturalistici dell'isola di Capri

Scheda del libro

LA VIA DI MEZZO

Dalla Marina al Borgo: strade scomparse e metamorfosi del territorio

Scheda del libro

SADE – CAPRI NEL “VOYAGE D’ITALIE”

L'Isola del "Divino Marchese" e di altri viaggiatori del Settecento

Scheda del libro

La Dolce Vita di Capri e dei suoi protagonisti

L'isola negli anni Cinquanta

Personaggi, scandali e mode

Gli anni Cinquanta sono stati per Capri l’età dell’oro. Si può ben dire che quel periodo di vitalità, joie de vivre e amore per gli eccessi, che in Italia prenderà il nome di “dolce vita” e che connoterà un’epoca indimenticabile della storia del nostro paese, sia nato nella piccola isola molto prima, addirittura negli anni a ridosso della fine della Seconda Guerra Mondiale. Capri negli anni Cinquanta è un mondo fatto da élite ed eccellenze in ogni campo e di ogni paese, in cui spiccano le figure di re Farouk d’Egitto, habitué dell’isola anche dopo l’abdicazione, dello scrittore Graham Greene che siede sempre allo stesso tavolo del suo ristorante preferito, e dell’industriale Gazzoni, che gira in portantina mentre Edda Mussolini Ciano prende ogni sera l’aperitivo in Piazzetta a pochi tavoli dal generale Pietro Badoglio e dal mafioso Lucky Luciano protetto dai suoi scagnozzi. Palma Bucarelli, la mitica direttrice della Galleria Nazionale d’Arte Moderna, tiene banco circondata dai suoi ammiratori, mentre l’attrice Rita Hayworth, “l’atomica”, cammina per le viuzze capresi seguita da una folla adorante e Aristotele Onassis guadagna a grandi passi il centro del paese con la moglie Tina e con Maria Callas per cui ha perso la testa. E come dimenticare Malaparte che deve abbandonare l’Isola scortato dai Carabinieri per sfuggire all’ira dei capresi, il poeta cileno Pablo Neruda sorvegliato dalla Polizia per le sue idee sovversive, e il pio Ministro dell’Interno Mario Scelba, severo fustigatore di costumi e nemico giurato degli slip da bagno?

L’isola degli Uranisti

Alla ricerca della metà perduta

Amazzoni, omosessuali e dandy

Capri “la cosmopolita” è rappresentata tra Ottocento e Novecento da una folta schiera di poeti, scrittori e artisti, più o meno celebri, ma anche di semplici “deragliati” che con la loro opera, la loro vita, le loro dimore, contribuiscono ancora adesso a identificare il Genius loci di un’isola spazio non reale ma metafisico, dove convivono, in perfetta osmosi, l’elemento maschile con quello femminile. L’isola, e quest’isola in particolare, così si rivela come un Ibrido, un Emrafrodito.

L’attrazione esercitata si è coperta, o si è giustificata nel tempo, con la fama di Capri quale sede delle nefandezze e trasgressioni tiberiane e di una presunta sopravvivenza, tra la popolazione locale, di costumi sessuali “greci”, ma anche e soprattutto con la convinzione che l’Isola offrisse protezione, accoglienza e libertà per chi in patria aveva avuto problemi da comportamenti sessuali scandalosi o illeciti.

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