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22 Agosto 2025

Capri, passeggiate di architettura tra le dimore – LA REPUBBLICA NAPOLI

di: Pasquale Belfiore

Capri è argomento molto frequentato dalla cultura architettonica ma nella maggior parte dei casi reso discutibile da un preconcetto, il primato della bianca è ascetica modernità architettonica, cioè il razionalismo “mediterraneo”, sui fantasiosi pastiches stilistici dell’Otto e primi Novecento. Si tratta comunque di un confronto tra numeri modesti perché nel paesaggio caprese regna sovrana e prevalente la mousse edilizia del falso stile mediterraneo con finte volte e vezzose forme curvilinee spalmato generosamente su luoghi che avrebbero meritato ben altro nutrimento. Ma anche nel rapporto tra i due linguaggi moderno e storicista, il primo sembra soccombere perché non è andato oltre riuscite prove di modernità figurativa prive, tuttavia, di quelle belle e intriganti storie culturali, sentimentali e artistiche nate in dimore dai nomi evocativi e con proprietari che si chiamavano Axel Munthe o Jacques Fersen. Sul taccuino d’una contemporaneità forse eticamente ravveduta, con forme più contenute ma senza fremiti d’alcun genere restano fissati i nomi di Edwin Cerio, Giuseppe Capponi, Giovan Battista Ceas, Emilio Vismara, Luigi Cosenza, Marcello Canino, Eduardo Vittoria. Ci sarebbero altri nomi altisonanti come Giò Ponti e Bernard Rudosfky ma con progetti non realizzati. Citazioni a parte per l’ingegnere Emilio Mayer che con la via Krupp anticipò tra il 1898 e il 1902 un progetto di paesaggio che oggi definiremmo ecocompatibile e integrato. Citazione d’obbligo infine per Casa Malaparte, unica opera caprese nota nel mondo, capolavoro enigmatico di un geniale dilettante architetto, Malaparte appunto, che rese mirabilmente sgrammaticato e perciò fascinoso un accorto ma non memorabile progetto di Adalberto Libera. Ma Capri per la cultura architettonica non può essere solo una questione di stile, di confronto tra linguaggi del passato e quelli del presente.

Contro questo riduzionismo si schiera Andrea Nastri con la sua ultima ricerca per le Edizioni La Conchiglia, Capri. Passeggiate d’architettura. Itinerari tra monumenti, Dimore e antichi quartieri. Merita attenzione perché descrive una Capri corale, polifonica, fatta di architetture moderne e del passato, di monumenti, di esterni e interni di case, di giardini, di vie e sentieri e, ovviamente, di scorci paesaggistici visti sempre e comunque come un unicum inscindibile nelle sue parti. Il dispositivo narrativo per questo obiettivo non può che essere l’itinerario che nel suo svolgersi mette insieme artificio e natura, uomini e cose, progetti e storie che sono alla fine l’essenza di quest’isola.

Che non ha eguali nel bacino del Mediterraneo, come giustamente scrive Nastri. Tre anonime costruzioni capresi sono ricordate e descritte per chi hanno ospitato negli anni Maxim Gorkij, intellettuali e rivoluzionari russi. Villa Lysis sarebbe ricordata solo per il suo sfrenato eclettismo stilistico e non per la compiuta sintesi con analoghi modelli e filosofie di vita che il Barone Fersen amava sperimentare in quelli spazi. Ancora Casa Malaparte, con la sua architettura, molto più importante di una vicenda privata e professionale solo intricata ma la cui definizione aiuta a capire come poche altre l’irrisolto rapporto tra committente e progettista.

Questo è il carattere unico e sorprendente di Capri che il saggio porta in emersione: l’architettura non può rinunciare alla presenza di singolari storie private ma anche queste sarebbero impensabili senza dimore capresi con affinità elettive.

Il libro viene presentato domani 23 agosto alle ore 19: 00 nella Sala Pollio, ai giardini della Flora Caprense, in via Sella Orta, Capri. Ne parleranno con l’autore Andrea Nastri: Fabio Mangone e Andrea Pane.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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