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11 Dicembre 2018

Callas-Tebaldi, Canessa racconta – NAPOLI.COM

di Adriano Cisternino

Come Coppi e Bartali, Mazzola e Rivera, Benvenuti e Mazzinghi… così Maria Callas e Renata Tebaldi, due grandi voci della lirica italiana. “C’eravamo tanto odiate” (edizioni La Conchiglia) è il titolo del libro che Francesco Canessa ha presentato nella sala Rari della Biblioteca Nazionale con la partecipazione – dopo il saluto del direttore Francesco Mercurio – della sovrintendente del San Carlo Rosanna Purchia, del musicologo Massimo Lijacono della soprano Leona Peleskova, del regista Riccardo Canessa.

Ospite d’eccezione Riccardo Muti, a Napoli in questi giorni per dirigere “Così fan tutte”. Muti ha raccontato fra l’altro di essere stato molto legato alla Tebaldi che gli regalò una lettera autografa di Giuseppe Verdi.

Non è invece mai riuscito a dirigere la Callas e quando lei, in vacanza in Florida, lo chiamò a Filadelfia perché aveva saputo che la voleva per il suo Macbeth, si sentì rispondere, come nella Traviata: “È tardi…” Annunciava in pratica il suo ritiro.

A Muti, per l’occasione, è stata consegnata la tessera di socio onorario dell’Associazione ex-Allievi del Conservatorio San Pietro a Maiella.

Che Canessa sia un musicologo competente ed esperto è ben noto, almeno da quando ha ricoperto il prestigioso incarico di sovrintendente del teatro San Carlo. Ogni tanto però, Nanno (come lo chiamano confidenzialmente gli amici) si ricorda di essere anche un giornalista e tira fuori tante storie, aneddoti e curiosità divertenti che verrebbe la voglia di dirgli sommessamente: ma ti ricordi di scriverle solo adesso?

Perché lui, grazie anche all’assidua frequentazione in gioventù degli ambienti della Scala, racconta storie che rappresentano un innegabile arricchimento del patrimonio culturale di questa città di cui il San Carlo rappresenta una fetta certamente non secondaria.

Callas e Tebaldi, nemiche per la pelle, hanno fatto la storia della lirica italiana, hanno diviso gli appassionati. Forse la Callas ha lasciato un’impronta più incisiva, anche in virtù delle sue vicende sentimentali, la Tebaldi è stata sicuramente più legata al San Carlo, come la Callas a La Scala.

Ma al di là del dualismo fra le due grandi voci, Canessa pone l’accento anche sul ruolo dell’opera lirica nella ricostruzione dell’Italia nell’immediato dopoguerra. E in proposito non nasconde la sua delusione per la totale assenza di riferimenti alla musica italiana nell’ultimo libro di Aldo Cazzullo dedicato proprio a “L’Italia della ricostruzione”.

Le opere del San Carlo – ricorda Canessa – furono mandate alla BBC già nel 1945 per riaprire il Covent Garden, come Toscanini fu invitato a Parigi (dove non andò) con La Scala: “Il duo Callas-Tebaldi ha contribuito a fare da volano alla rinascita dell’Italia in campo internazionale, un po’ come la vittoria di Bartali al Tour del ’48”.

Ma questo è solo uno dei tanti aspetti che ruotano intorno alla rivalità fra le due soprano e che raccontano la vita di quegli anni difficili in Italia partendo dal mondo lirico e dal fertile antagonismo fra i due massimi teatri lirici.

In copertina del libro, la storica foto dell’abbraccio fra la Tebaldi e la Callas del settembre ’68 a New York. Una foto che lascia spazio al dubbio: ma si odiavano davvero, o fu solo un espediente mediatico per accrescerne la fama?

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