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15 Agosto 2017

Ma l’isola azzurra non ha eguali al mondo – IL MATTINO

di Carlo Rossella

 

Capri è un posto che è impossibile dimenticare, che è difficilissimo non desiderare, che è una storia da raccontare. Natura, mare, gente, cosmopolitismo, memoria. Memoris dicono gli inglesi. E di memorie c’è ne sono tante. Su Capri si sono scritti molti libri, si può dire intere biblioteche, dall’impero romano ad oggi. Quando guardo i tavoli e gli scaffali della libreria La Conchiglia, per vedere quanto si sia scritto negli ultimi 100 anni, rimango incantato. Ma tanti libri su Capri, forse, si stanno ancora scrivendo, e li rivedremo in futuro. Per non parlare dell’ispirazione che Capri ha dato ai leisure traveleres, che sono passati di qui e qui hanno lasciato la mente e il cuore. Si dice, giustamente, che Capri sia l’isola degli amori, dei flirt, degli “affairs” di cuore iniziati qui e continuati altrove per poi finire ancora qui e ricominciare, sempre da qui con altri partners. Capri entra nell’anima e ti lascia navigare nell’intimo.

Qualcuno pensa che occorra essere molto ricchi, avere uno yacht, una barca a vela, una villa, un appartamento in piazzetta, per godersi Capri. Ma qui, in questo luogo unico, anche chi non ha mezzi può lasciarsi andare alle gioie dell’immaginazione solo guardandosi attorto, tra cielo, terra e mare. E può correre con la propria fantasia e godersi Capri fino in fondo.

Io venni a Capri per la prima volta 50 anni fa, e da allora ho continuato a venirci, senza mancare mai un appuntamento con l’isola e con i miei amici. Da un po’ di anni sono sempre ospite da uno di loro, il grande industriale Diego Della Valle ma sono stato anche ospite di Luca di Montezemolo. E primeggia tra chi mi ha ospitato la grande attrice Edwige Fenech, ex proprietaria di una villa favolosa, Palazzo a Mare. Questo piccolo promontorio era davvero “la montagna incantata”, e da una finestra sul mare, di notte, si guardavano le lampare, i piroscafi che passavano, e sullo sfondo le luci di via Caracciolo, splendenti come grandi stelle quando la nube dell’umidità non nascondeva Napoli ai nostri occhi. Vorrei essere nato a Capri come tanti capresi che conosco, così simpatici, cosi generosi, così bon vivant. Gente di primo ordine che sa stare al mondo, in tutto il mondo. Avendo viaggiato parecchio nella mia vita ho conosciuto capresi

dovunque, e sempre in posti molto belli e importanti. Soprattutto alberghi, dove i capresi dirigono, cucinano, e servono in modo impeccabile come nessun altro al mondo. Gli emigrati da qui hanno l’industria alberghiera nella pelle, e lo si vede. Di Capri adoro il centro, la piazzetta, via Camerelle, ma anche Anacapri, il Faro, Marina Piccola, i faraglioni, e certi punti deserti in riva al mare che si raggiungono solo a piedi e che conducono alla fantasia letteraria più produttiva. Capri non finisce mai, continua, forse sempre uguale, ma sempre meravigliosa ieri, come oggi. E anche domani, perché il futuro qui non appare così tetro come nel resto del mondo. Grazie alla gioia caprese.

 

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