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11 Gennaio 2013

Se il sonno fa rima con sogno – IL CORRIERE DEL MEZZOGIORNO

Ambiguità, abbandoni, desideri, voglia di oblio, rimpianti. Isabella Ducrot, poliedrica artista napoletana in «esilio» a Roma, che l’anno scorso aveva dato alle stampe un felice volume di racconti (Fallaste corazón), ritorna in libreria con Suonno. Il «sonno» e il «sogno» nella canzone napoletana (con uno scritto di Raffaele La Capria, Edizioni La Conchiglia, euro 7) tutto giocato, sulla scorta delle liriche e delle canzoni più popolari, al tema struggente dell’avvolgersi smemorati tra le lenzuola, con la brama inappagata di voler «dormire accanto» («Oj Mari, oj Mari, quanta suonno aggio perzo pe’ tte, famm’addurmì abbracciat’ nu poco cu te»). Dice Isabella Ducrot: «Viene naturale domandarsi se il carattere ambiguo dell’omonimia tra “sonno” e “sogno” ispiri i poeti o è stato il temperamento dei napoletani a favorire una distinzione, non troppo netta, fra le due condizioni»). Inattesa l’osservazione di La Capria: «Questo modo poetico di “dormire accanto” lo racconta anche il vecchio di Kawabata ne La casa delle belle addormentate, ma in lui resta il funebre erotismo giapponese, e il rimpianto dell’irraggiungibile giovinezza».

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